delle frittelle
di Elisa Da Silva Guimaraes
Carnevale… e da una settimana sono ossessionata dalle frittelle alla crema di un panificio di Piove di Sacco, dove le comprava mia madre (arrivando da arzerello sulla sinistra per chi fosse della zona). Delle palle da baseball, in cui la pasta è fina e leggerissima e il resto della palla da baseball è CREMA! Una crema deliziosa! La crema delle frittelle del panificio, che forse è Terrin… non ricordo, era un tesoro per me… le mangiavo in una maniera assurda, prima piano piano tutta la pasta possibile, per rimanere con la mega palla di crema compatta… mmm… sbrodolo!
Ecco… in Brasile non ci sono le frittelle e per qualche giorno mi svolazzava per la testa l’idea di farle… ma anche no!
Il carnevale sta finendo, ma credo che mi porterò dentro l’energia di questi giorni per i prossimi mesi… ragazzi, qui il carnevale non scherza! Ok ok… siamo abituati a pensare al Brasile come spiagge immense e donne favolose che ballano su tacchi vertiginosi coperte di piume, queste sono le immagini che passano alla tv, ma vi garantisco che esserci dentro… è tutta un’altra cosa, e con grandissima eccitazione posso dire… carnaval 2014: IO C’ERO!
Circa due settimane fa mi son messa d’accordo con un amico per vedersi dopo un sacco di tempo, la sera aveva delle “prove” (è musicista, percussionista) e mi ha chiesto se lo accompagnavo. Io, nonostante non sapessi di che prove parlasse, curiosissima ho accettato al volo, e mi son ritrovata alle prove di una bateria di afoxé con un agogo in mano.
Di cosa sto parlando? Più o meno di questo per darvi un’idea:
https://www.youtube.com/watch?v=sYbpz6T9Ns4
anzi questo è proprio stato il nostro risultato finale! Dico nostro perché alla fine mi sono unita al gruppo e l’obiettivo era sfilare sabato 1 marzo al sambodromo. Detta così, pensi wow… ma non avevo realizzato del tutto in cosa mi ero imbarcata, concentratissima nel memorizzare ritmi, stacchi, mini coreografie. E ho realizzato che seppur donna… con un agogo in mano non riesco a suonare, cantare e andare a destra e sinistra
La settimana scorsa è stata fantastica!! Ottima dose di capoeira con reintegrazione dell’elemento musicale nella mia vita, perché gasata dalle prove mi son messa a cercare corsi e varie ed eventuali… comunque…
Venerdì sera combino con il mio amico di andare in centro a vedere un bloco (dicesi bloco un insieme di persone che suonano vagando per le strade, con seguito) composto solo da donne… figo! Ma il caso vuole che per la stessa sera un suo amico lo chiama per chiedergli una mano al sambodromo, per la “commissão de frente” (eh????) di una scuola di samba, e mi ritrovo coinvolta senza sapere di cosa stiamo parlando. Dal centro prendiamo un taxi e corriamo al sambodromo… e io inizio a sentire una certa accelerazione del battito cardiaco, sarà la corsa contro il tempo per le strade della città, lo slalom tra la folla per arrivare al punto di incontro di un qualcosa che non ho ancora realizzato!
E zac… mi ritrovo ad infilarmi una maglietta blu con scritto dietro “apoio commissão de frente” (appoggio alla commissione di apertura), a mettermi in fila con un gruppo di persone vestite da calciatori, truccate meravigliosamente ,
che trasportano una mega porta… IN FILA, 2 A 2!! Ma come? Perchè? Ma pure io? 2 a 2 con chi? Elisa, non pensare, sgambetta! E passiamo in mezzo a dei carri strepitosi, in mezzo a mille fantasie, colori, piume (siiiii le piumeeee)… e io inizio ad avere serie difficoltà a contenere il sorrisino idiota dell’italiana che non è manco mai stata al carnevale di Viareggio! Brividabadibidi!!!
E arriviamo all’entrata dell’avenida, la strada che le scuole di samba percorrono durante la sfilata, 530 metri di lunghezza per 14 di larghezza… e inizio a capire cosa sta succedendo!
Dovete sapere che le sfilate che rappresentano il nostro immaginario del carnevale brasiliano fanno parte di una competizione. Ogni sera sfilano 6/7 scuole di samba, dipende dal numero totale, e ognuna qui a San Paolo ha un’ora di tempo per percorrere sti 530 metri che però sembrano 10 km. Quindi la sfilata dura tutta la notte, perchè inizia sulle 22.30 e finisce la mattina dopo. Ogni scuola sceglie un tema per la propria sfilata e tutte le varie parti hanno costumi ispirati a questo tema. Ogni scuola ha un gruppo, la commissão de frente appunto, che apre la sfilata, poi ci sono carri, le varie ali, tre coppie di portabandiera della scuola e le varie madrine (le strafighe con le piume che sambano sui trampoli).
Io mi son ritrovata a far parte dell’equipe d’appoggio al gruppo che ha aperto la sfilata della scuola Leandro di Itaquera, la prima a sfilare a San Paolo… allucinata! Guardavo tutto con gli occhi spalancati, il gruppo che si preparava, fotografi ovunque, il resto della scuola con i carri che si posizionava dietro, la gente sugli spalti (capienza 20.000 persone e giuro che non c’era un centimetro libero)… e io ridevo! Paralisi facciale! E volevo troppo cercare di fare qualche foto ma un po’ mi vergognavo, metti che sul più bello mi davano qualcosa da fare? Però ci son riuscita… ecco qui:
Poi ho trovato questa:
Solo per dirvi che ecco… io tenevo in mano quelle maschere durante la sfilata!
E poi… via! La bateria ha iniziato a suonare, il grande cancello si è aperto e la festa è iniziata!
Ogni scuola ha la sua propria musica che canta a ripetizione per tutto il tempo della sfilata, e ogni componente deve cantare, pena la perdita di punteggio. Su questa musica ogni ala della scuola fa la sua coreografia, a ripetizione, altra cosa che viene valutata, assieme al portamento delle tre coppie dei portabandiera, all’unità generale del corteo (non ci devono essere buchi) e via dicendo. Il punteggio finale è la media di tutti i voti, levando il più basso e il più alto.
Ci sono due gruppi di scuole, la serie A e la serie B. A San Paolo venerdì e sabato sfila la serie A, domenica e lunedì la serie B. Ogni anno le prime due classificate della serie B passano alla A, e le ultime due della A passano alla B. Dico a San Paolo perchè a Rio le serate sono invertite, mentre il carnevale di Salvador, o di altre città è totalmente diverso. Anche a San Paolo son già stata a carnevali diversi, tipo per strada, dietro ad un bloco ovvero un gruppo che suona e tutti dietro a seguirlo ballando e facendo festa!
Bè, tornanto al sambodromo… io ero lì… in mezzo a quell’esplosione di musica, colori, flash, sorrisi, spettacolo… mi son sentita parte della storia! E dovevo semplicemente camminare a lato, dentro le transenne, avanzando con il gruppo a cui davo tutto il mio sostegno… psicologico!
Il gruppo faceva a ripetizione una coreografia in cui simulava momenti di una partita, e i componenti, mezzi ballerini mezzi calciatori free style si esibivano in giochi con la palla, acrobazie, balli, anche un po’ di capoeira
Io son quella con la maglia blu a destra della foto, dietro le transenne!!
Una volta che noi, del gruppo frontale, siamo arrivatia alla fine dell’avenida dovevamo aspettare che tutta la scuola passasse… e in quel momento è iniziata una pioggia torrenziare, con tanto di grandine! Fortuna che per la coreografia il “nostro gruppo” aveva usato 4 o 5 ombrelloni da spiaggia, che utilizzavano per formale un pallone da calcio, e si sono rivelati estremamente utili per proteggere noi e tutto il popolo che poteva starci sotto.
Devo ammettere che io la pioggia la prendevo volentieri, mentre distribuivo acqua agli assetati, avrei perfino massaggiato i piedi alle ballerine… per me era un sogno… sorriso stampato in faccia… vedevo la scuola arrivare, tutte le ballerine piumate di verde… e PARLIAMONE! Di quelle slavine di cellulite che il mio sorriso si è amplificato, per la serie “per fortuna ho le orecchie sennò il sorriso mi faceva il giro”.
Perchè, aperta parentesi… caro il mio italiano medio all’ascolto… non è vero che le brasiliane non hanno la cellulite, e non è vero che son tutte delle stragnocche di prima categoria! No no e no, chiusa parentesi!
Torniamo alla musica, ai colori, ai sorrisi e alla pioggia! Uno spettacolo perchè quando è arrivata la bateria la maggior parte della gente se n’è strafregata della pioggia. Le ballerine, alleggerite delle piume e delle varie ed eventuali che avevano addosso, alcune indossando delle più comode ballerine, hanno ripreso a sambare… tutti sambavano… e tutti, con cellulite ciccia o meno, erano a dir poco fantastici! E IO C’ERO!
Neanche da commentare che se l’entrara al sambodromo l’avevo fatta di corsa dietro al mio amico, l’uscita l’ho fatta letteralmente zompettando, ridendo e lanciando urletti isterici… sotto le sue risate!
MA NON ERA FINITA LÍ!
Perchè il giorno dopo, sabato appunto, a sfilare c’eravamo noiiiiiiiiiii! E io ero parte della bateria!!
Il nostro corteo è passato prima dell’inizio ufficiale, sigh… noi niente riprese tv! Ma eravamo l’esquenta, il riscaldamento! L’agitazione per certi versi è stata minore, perché sapevo dov’ero e cosa dovevo fare… ma l’emozione era sempre ai massimi storici!
la foto che si apre, la numero 43 è di Juliana, una delle ragazze della prima linea della bateria.
Io penso di essere stata una delle 10 (o forse 5) pallidine in mezzo ad un gruppo totalmente black! Ma ero fiera fierissima, con il mio costume afro, che è diventato una sorta di seconda pelle quando mezz’ora prima dell’inizio è iniziata la classica pioggia tropicale che ha accompagnato tutte le mie notti carnevalesche (infatti ho la gola in fiamme e il naso tappato!)
L’attesa è stata assurda… inzuppati fino alle mutande, lì davanti al cancello, un po’ tesi un po’ euforici, io più euforica che tesa perché mi ero rassegnata… in caso di indecisione su uno stacco non lo facevo e basta, così potevo tranquillamente andare a destra e sinistra…
E poi via… posizione laterale mentre la presidente del gruppo iniziava a cantare, il corteo con tutte le persone vestite in stile afro, bahiano, candomblè (su questo devo fare delle indagini prima di spiegare cosa sia)… e poi anche noi a camminare per i 10 km di avenida che invece sono 500 metri… e suona, avanza, girati verso gli spalti, vedi tutta la gente che balla, sorridi in estasi ma attenzione, un occhio sempre puntato su Alysson, il mio amico, nonchè mestre della bateria (tipo direttore d’orchestra) che chiama gli stacchi… il grillo, il coniglio, lo stacco dell’anno con tanto di coreografia, l’ultimo stacco saltato fuori dalle ultime prove ma che son fare yeiiiii… uno spettacolo!!
Finita la nostra parte siamo risaliti in autobus, e devo dire che è iniziata la vera festa! Tutti a suonare, ballare, e cantare felicissimi dentro all’autobus… poi una volta arrivati alla sede s’è continuato con samba e samba e samba… che meraviglia!
In questi momenti capisco perché son venuta qui… per respirare tutto ciò!
In questi momenti ho pensato… alla facciazza delle frittelle!!!