(sOmE)thingS
Dire che sono felice dell’ospite di oggi in (sOmE)thingS è dire davvero poco. Pochissimo. Per lei e i suoi successi sono doppiamente felice: la bellezza di ciò che fa è qualcosa di visibile a tutti e, sorridendo, posso dirvi che nel mio piccolo ero certissima che di lei si sarebbe sentito parlare.
Ho incontrato per (sOmE)thingS Lisa Gucciarelli di Buru Buru, mia vecchia (e piacevole) conoscenza al di qua dello schermo.
Ci siamo conosciute diversi anni fa in un negozio di giocattoli etici (lo stesso nel quale quest’anno ho prestato la mia collaborazione, puoi leggere qui) dove entrambe lavoravamo durante il periodo natalizio. Una rossa toscana tutta brio e sorrisi, parole e idee, simpatia sfrenata e grande personalità. Da subito è nata una forte intesa tra noi, fatta di pause pranzo trascorse insieme, idee geniali scovate nell’improbabile di un’immagine o di una scatola di perline di legno, significative intuizioni, trovate impensate. Mi lascio stregare da chi, come Lisa, ha in tasca sempre un coniglio da trasformare in cilindro o un cilindro da trasformare in elefante. E così parliamo di continuo di un mare di cose. Ci confrontiamo sul miglior modo di fare shopping online (le chicche che conosco sull’argomento e che conservo gelosamente, nascono da questi nostri scambi) o trascorriamo momenti furtivi delle nostre giornate di lavoro a sfogliare libri sul come si realizzano gli oggetti più disparati, e a meravigliarci di come non fosse venuto in mente a noi, di realizzare qualcosa di simile. In realtà, poi, qualcosa di simile (e un po’ di più) Lisa lo ha realizzato per davvero.
Buru Buru è una realtà innovativa, geniale, bella. Si respira la preziosità delle cose fatte bene, entrando a sbirciare anche solo in superficie. Dall’idea di due sorelle, Lisa (esperta nell’organizzazione di eventi) e Sara (ingegnere informatico) Gucciarelli, nasce nel dicembre 2012 questo nuovo luogo virtuale, all’interno del quale fare acquisti online. Un altro? Il solito? Assolutamente no. Si tratta di un luogo esclusivo, nato con l’intento di dare visibilità ai produttori indipendenti di artigianato Made in Italy senza trascurare un aspetto incredibilmente importante e capace di fare la differenza: la qualità. Non tutti i produttori indipendenti hanno, infatti, la possibilità di esporre e vendere i propri lavori all’interno di Buru Buru, come invece solitamente accade per le altre piattaforme di e-commerce. Occorre candidarsi ed essere selezionati. Questo pone l’attenzione sul lavoro di grandissima scelta e cura che il team compie, portando in vetrina prodotti di assoluto merito che spaziano in diversi ambiti: dal design di interni alla cartoleria, dalle borse agli accessori e all’abbigliamento (presenti anche in versione kids).
Buru Buru approda online prima in una versione beta (provvisoria), ed è subito un tripudio di consensi. Poi il 24 settembre 2013 abbandona la versione beta per presentarsi in una veste grafica straordinaria e accattivante, che risulta portare significativi ed interessanti risultati: a pochi mesi dal lancio della pagina, 250 mila sono gli utenti collegati, 1700 i prodotti esposti e circa 200 i designer coinvolti in questo straordinario progetto. Soddisfazioni non da poco, se si pensa che a questa meravigliosa idea, lavora un team di appena sette persone.
Un percorso assolutamente in crescita, quello di Buru Buru, che malgrado la giovanissima età, è già un punto di riferimento di qualità e differenza nell’e-commerce italiano.
Ma parliamone con Lisa:
Ciao, Lisa! Benvenuta a (some)thingS.
Ciao Giusy, bello riincontrarti.
Tanto per rompere il ghiaccio, inizio col farti i miei personali complimenti per Buru Buru.
Grazie mille!
Ci racconti i criteri utilizzati per selezionare i venditori che decidono di candidarsi per Buru Buru?
Buru Buru propone un catalogo di prodotti selezionati in base alle linee e al gusto che le nostre ricerche ci hanno portato a consolidare. Scegliamo i prodotti in base a criteri interni, esprimendoci rispetto alla coerenza con la linea adottata dallo store. In modo particolare abbiamo pensato fosse necessario creare uno spazio che privilegiasse i crafter che fanno delle proprie capacità una professione, studiando tipologia di prodotto e fasi di lavorazione. L’idea è: in un momento come questo, scegliamo di ripartire dalle nostre mani. Di emozionarci davanti ad oggetti creati con cura e saper fare.
E invece, attraverso quali canali reclutate artisti da inserire nella vostra pagina?
Mmmmm. Facciamo moltissima ricerca sia online che offline. Oltre a questo riceviamo circa 30 candidature spontanee al giorno, di artigiani che desiderano iniziare a collaborare con noi.
Buru Buru continuerà ad attingere dall’artigianato di qualità made in Italy o
pensate che nel tempo potreste essere incuriosite da creativi provenienti dall’estero?
Il nostro obiettivo iniziale è stato dare attenzione ad una fiorente fascia di artigianato italiano: quella formata da professionisti capaci di attingere al saper fare tipico tradizionale per produrre oggetti dal gusto fresco e contemporaneo. Nel percorrere il nostro viaggio ci siamo resi conto di quanti creativi anche stranieri stiano perseguendo lo stesso fine. Sicuramente rimarremo fedeli alla nostra missione. Possibile che scegliamo di aprirci oltre confine, però.
Quanto conta per te, Lisa, l’idea di realizzare e di tirare fuori la propria creatività? Tu personalmente ti cimenti in qualcosa, ad esempio?
La risposta è: meglio scegliere tra le creazioni di qualcun altro. Diciamo che apprezzo il valore delle produzioni fatte a mano…ma non è il caso mi cimenti direttamente. Non mi ricordo personali risultati sbalorditivi in questa direzione.
Giochiamo per un attimo e ti chiedo, dunque, di dirmi quale delle cose esposte in Buru Buru, non può mancare nella borsa di Lisa Gucciarelli (un porta tabacco? Un astuccio? Degli anelli da indossare di corsa per un’imprevista serata da trascorrere fuori?).
Di cosa non posso fare a meno…purtroppo del porta tabacco. Anelli ne ho due di Chiara de Filippis. Sono sempre con me anche se li tolgo e li rimetto mille volte al giorno!
Per quello che è la tua esperienza con Buru Buru, come mai secondo te si sente sempre più l’esigenza di ritornare a fare le cose handmade? È qualcosa che ha a che fare con il “diamoci un’alternativa in tempo di crisi” o c’è dell’altro?
Il nostro motto è: ripartiamo dalle nostre mani, che per valore storico e di qualità ci hanno risollevato in momenti molto difficili. A nostro parere, l’artigianato italiano è un punto forte da cui partire per costruire un domani sostenibile.
Come è stata elaborata l’idea di Buru Buru e quanto è stato complesso, burocraticamente parlando, darle vita?
Mmmm. Come spesso ho detto a mia madre, lavorare su “internet” è complesso, non facile, né può essere un secondo lavoro. Ci è voluto circa un anno per trovare il coraggio per credere veramente nella nostra idea e decidere di dedicare tutto il tempo utile a Buru Buru. Passato questo periodo e iniziato a capire che non ne potevamo fare più a meno, tutto è stato velocissimo. E ancora non ci siamo fermate. Anzi, credo non ci fermeremo.
Siete consapevoli, oggi, di aver contribuito in maniera significativa all’e-commerce più tradizionale? Sapete di essere artefici di un meraviglioso mondo?
Sentiamo di fare un lavoro che ci piace e lo facciamo nel modo migliore possibile. Quando ci fanno i complimenti ci fa piacere, ma ci sarebbero tantissime cose da fare che ancora non riusciamo a seguire.
Come crescerà Buru Buru? Progetti per il futuro?
Surprise. Una piccola anticipazione da settimana prossima Buru Buru parlerà anche inglese.
Ti saluto chiedendoti di raccontarmi un buon proposito di Lisa e uno di Buru Buru, per il nuovo anno che è da poco iniziato.
Buoni propositi di Lisa sono sempre gli stessi da anni. Non li condivido, che sennò dopo mi rattristo.
Buru Buru invece ha un sacco di idee ed è pieno di energia positiva. Ancora non vi dice cosa farà esattamente, ma speriamo vi piacerà un sacco.