Avevo 6 anni quando sono andata a vivere in una delle mie vie preferite, in una delle mie case preferite, tra le tante che abbiamo cambiato per motivi di lavoro del marito di mamma.
La casa di Via Ponchielli era speciale perché era in una via dove abitava proprio la mia migliore amica, vi rendete conto?
Passavamo le giornate in bicicletta e nei reciproci giardini a creare poltiglie fatate con fiori, piante, sassi e terra, a realizzare coreografie su canzoni improbabili, come “Adesso tu” o “Ti sposerò perché” di Eros Ramazzotti e a catturare per pochi attimi le lucciole in un Bormioli Rocco per poi liberarle subito subito…
Un giorno Salvo, di cui vi parlai qui, mi costruì su suo progetto e con le sue mani una casetta tutta bianca di legno con le finestre con piccolo balcone fiorito e la porta per accogliere i miei amici.
All’interno della casetta c’era persino il tavolino con le panche e alle finestre le tende a quadretti bianche e rosse…un sogno, insomma!
Più crescevo, più la casetta bianca era il mio spazio condiviso ma anche il mio spazio personalissimo, la famosa “stanza tutta per sé” dove andare a scrivere ( scrivevo già molto ), a disegnare, a leggere, a studiare pure.
Una casetta rifugio, una casetta nido, come quando ti nascondi sotto le coperte con una torcia o stendi un telo sul tavolo e crei il tuo nascondiglio, e sei tu, solo tu a decidere chi e quando vi potrà accedere.
Ho scoperto solo in seguito che è naturale per il bambino, rotta la simbiosi con la madre, cercare ogni strategia possibile per differenziarsi, per farsi altro da lei e partire ad esplorare fuori da quella diade totalizzante, che finora era stato il suo mondo.
In questo processo di differenziarsi dall’adulto, gioca forza l’avere e quindi il cercare e il crearsi uno spazio proprio, un posto segreto, un luogo tana dove rifugiarsi, lontano dallo sguardo dell’adulto e anche dai suoi diktat comportamentali o emotivi.
Tracciare il confine tra me e te diventa ancora più rapido e mi fa sentire ancora più sicuro se questo luogo è una casetta, con delle pareti di cartone, di stoffa, di legno…di sedie, teli e mollette che li sorreggono in modo sgaruppato ma ai miei occhi bambini, rassicurante.
Se io bambino mi differenzio da te, faccio un gran lavorio verso la mia individuazione, scopro cosa c’è dentro di me e cosa fuori.
Dai 6 anni agli 11 il senso di Sè è così forte che la casetta, la tana, il nascondiglio diventano luogo dell’anima, luogo di quella autonomia psichica sana per la quale l’adulto diventa off limits in taluni casi, tanto quanto diventa imprescindibile in altri.
Pur sapendo che ogni bambino sa e tenterà ripetutamente di costruirsi il suo rifugio, ho voluto “sognare” ad occhi aperti con il trio magico e ci siamo creati un bacheca su Pinterest: La Casa Sull’Albero, selezionando alcune case da giardino spettacolari, irraggiungibili forse, ma che hanno saziato il nostro gusto estetico totalmente.
Ci piacerebbe molto una vera casa sull’albero ma non avendo un albero a cui fare affidamento, ci sono una serie di alternative davvero top!
Le casette di legno grezzo
Ci possono essere casette classiche di legno grezzo oppure soluzioni dalle forme più atipiche e sfiziose.
Non saprei quale scegliere!
Questa rialzata potrebbe sembraci proprio una casa sull’albero!
Con pareti attrezzate per giovani esploratori Tobia!
Così Cocoon!
Less is more!
La forma triangolare è così evocativa, sa di tenda degli indiani e di Glamping nella natura più selvaggia.
Ci sono poi le casette di legno colorate e decorate
le casette più moderne
dalle linee pulite e le vetrate infinite
Mi sono folgorata, pur trovandole decisamente “eccessive” ma sono davvero straordinarie!
Se volete fare un tuffo nella esagerazione più esagerata guardate la gallery della famiglia Levitt di Charmed Playhouses e anche quella di Imagine that playhouses
Cambiando completamente registro, ci sono delle alternative valide e temporanee
in stoffa per ricreare vari mondi: cavalieri, principesse, fattoria, pompieri…
Un telo attrezzato a barca o simili e un tavolo…decisamente la soluzione più indolore!
Anche un razzo può diventare CASA (Kindsroof.com) !
Comunque io vorrei fare una inaugurazione così ;-)!