Ieri mi confrontavo con un’amica sugli stili di scrittura e le dicevo: meno prolissa, più breve, più sarcastica, cinica, provocatrice e dissacrante. Disfattista, negativa e avezza alla parolaccia intercalata…questo è lo stile che funziona! Amichevole, giovanile, non cade in sentimentalismi…la dolcezza è debole, lo stile bon bon è affettato.
A parte che odio il suono della parola affettato, ma mi chiedo solo, chi e in base a cosa stabilisce il confine tra il mio emozionarmi reale di fronte alla mano sul seno di Leo che ferma il mio sguardo disattento e il mio essere MIELOSA!
Solo se faccio la distaccata e scrivo polemicamente o sugli argomenti più caldi: letture no gender, olio di palma e vaccini o su fatti reali della vita di molti di noi in tono “cazzuto” e con la voce alta, sono vera.
Bastava dirlo, anche nel web piace di più uno stile alla “puttane e spose”, come al 99% degli uomini che vogliono la donna moglie, accasata con fantasie sessuali inaspettate, “non adatte” ad una sposa.
Se realmente sei dolce, stucchi!
Se sbrocchi e ti incazzi sei una figa!
Se sei ironica sei superlativa!
Per anni ho lottato per riabilitare la dolcezza e la strafanteria, non confondendole con debolezza e vacuità.
Per anni ho creduto che vestire di rosa fosse da bambolina e ora la pelliccetta rosa sintetica me la comprerei, eppure mai come in quest’anno mi sono sentita cazzuta!
Non basta Inside Out a riabilitare la tristezza, senza la quale la gioia perderebbe di senso e di intensità.
Non basta fare la dura, se poi ti vergogni della tua tenerezza.
C’è spazio per i contrasti, anzi come nelle foto, se aumenti il contrasto fai emergere il dettaglio, la personalità.
Quindi sii come sei, scrivi che sappia di te, che si riconosca la tua famosa voce narrativa, il tuo tono e credi che, se ci sarai da incazzarsi, lo saprai fare anche con il fiocchetto in testa e la gonna a ruota.
Sii come sei e sticazzi: è il nuovo mantra.
Sei di tutti questi contrasti e sai di questo tuo fluire.
Illustrated by Pintachan