La lentezza era la mia antagonista,
ancora talvolta imprimo ai miei gesti quella sovra-velocità
fastidiosa per gli altri ma è genetica
e così in qualche modo me ne lavo le mani…
sono così da 20 anni…
Sono felice di aver imparato a rallentare da quando sono mamma,
a mollare un punto si dice in veneto.
Ora perseguo LA LENTEZZA come necessità
o come forma mentis
nei confronti di me stessa,
del mio risveglio reale,non apparente:
sono subito operativa al driin ma dentro no…
il mio cuore è lento
seppur tachicardico(antipatica signorina tiroide)
e abbisogna di lentezza
soprattutto,quando disilluso e disincantato,da un’ulteriore contingenza
da quel o così o pomì che lo attanaglia , lo blocca
e lo fa tacere e tornare lento…
Si perché ahimè quando io sto alla frutta taccio,
taccio a lungo,
penso ma non ne vengo a capo
ma in realtà la mia mente è fervida e lucidissima
solo che è raccolta,rannicchiata,appallottolata sul più bel cuscino
allora ascolto musica e mi ritrovo
e vabbè è ovvio un poco pure piango!
A tutti voi veloci in potenza ma lenti in atto
questa compa è per voi!