Non è detto che tutti siano in grado di trasformare un’occasione in una opportunità, non è detto che tutti sappiano trasformare una possibilità in un atto di generosità anche verso gli altri, non è detto che tutti sappiano intravedere in qualcosa di piccolo e apparentemente insignificante un mondo.
Non è detto poi che chi voglia “rubare” la magia che qualcun’altro ha saputo scovare ed esercitare, ci riesca.
Tutto questo abbiamo letto, io e il trio magico, dietro le righe di questo libro per l’infanzia Filo Magico”di Mac Barnette e Jon Klassen Ed.Terre di Mezzo
La prepotenza non porta mai buoni frutti.
Un messaggio prezioso da lanciare a grandi e piccini, soprattutto ora che la faciloneria comunicativa imperversa e sguinzaglia le tipologie umane più becere e “piccole”.
C’è una piccola bambina con il suo amato peloso ed una scatola anonima ma magica, una scatola con un filo di tutti i colori.
Questa bimba viveva in un paese tutto o bianco di neve o nero di fuliggine.
Iniziò a sferruzzare con il suo filo in un evocativo pomeriggio di inverno ( le knitter capiranno il richiamo del letargo invernale allo sferruzzamento!) e creò un bellissimo maglione per lei e per Mars, il suo cane.
Anche a scuola riuscì a portare un po’ di quel colore, persino al maestro cauto e reticente che lo considerava una distrazione
Il colore arrivò anche in città
Persino per un personaggio atipico, che non indossava mai né maglioni né calzoni, riuscì a creare un berretto dal filo magico
Passò poi a customizzare l’intera città: alberi, panchine, cassette delle lettere, facciate…ovunque stava diventando a colori
Come in tutte le storie che si rispettano, arrivò il “cattivo” di turno, l’Arciduca prepotente e arrivista, che voleva appropriarsi della scatola magica ad ogni costo e iniziò ad alzare la sua offerta, pur di averla.
Nonostante il rifiuto di Annabelle, l’arciduca se ne appropriò e provo a bissare la magia di quel filo multicolor ma…nulla…la scatola era vuota e la lanciò adirato dalla finestra, maledicendo la bimba per averlo privato della magia.
In realtà una tale magia non poteva essere destinata ad un uomo così amaro, l’unica che avrebbe potuto replicarla e perpetuarla sarebbe stata Annabelle e così la scatola tornò da lei…e con la scatola anche il filo magico, magico perché non finiva MAI
E anche il colore tornò ad invadere positivamente quel piccolo paesino felice e colorato
La lezione numero 1 di vita della mia nonna Lidia per me fu:
“Si attira ciò che si è”.
Annabelle attirò verso sé colore e magia, la prepotenza attirò il vuoto.
Nulla di più vero detto con parole bambine ed immagini così soffici e poetiche.
La magia del filo intessuto da Annabelle portò magia non solo a lei, ma a tutto quel paesino invernale freddo, finalmente scaldato da quell’atto così gentile.
Qui ho trovato un’idea laboratorio dedicata a questo libro che bisserò di sicuro!
One Commento
Che meraviglia,con tutti quei colori e con tutto quel filo di lana,mi sono sentita un pò come Annabelle, ho colorato con i miei lavori ad uncinetto, tutti i miei cari.Per il paesino devo attrezzarmi.Veramente caldo(sarà perchè la lana e i colori danno questa sensazione rassicurante) e significativo questo libro