“Mamma, giochiamo al figlio unico?”
La prima strategia che balza all’occhio come vincente, quando i figli in famiglia duplicano o triplicano, è separararli, non nel senso di creare dei momenti di time-out durante i conflitti ma nel senso di creare dei momenti uno a uno, privilegiati ed esclusivi.
Dividersi un figlio a testa o, nel caso nostro, due figli e uno, diventa pura sopravvivenza a volte; altre volte diventa un momento scelto, dedicato, esclusivo, “tutto tuo” e ad averne l’esigenza più prepotente è spesso il primogenito.
Il primogenito di casa è l’unico che ha avuto esperienza di cosa significhi essere l’unico nel cuore, l’unico focus dell’amore di mamma e papà, di nonni e zii.
Il primogenito è l’unico che sa come si stava prima…da soli, senza questi amabili ma invadenti “intrusi” che di certo sono una risorsa, ma lo si capisce più avanti, quando ci si allea come fratelli proprio “contro quei due rompiballe”, oppure quando si riesce a gestire gli spazi e i tempi armonicamente insieme.
Il primogenito è il primo ad aver fatto palestra di vita facendo spazio a quel piccolissimo esserino urlante e tirannico, ad aver messo in stand by le sue esigenze, prima tempestivamente saziate e a perdere il possesso esclusivo delle attenzioni e dell’amore dei genitori.
Separare ogni tanto i figli per garantire ad uno di loro un momento speciale e pensato è un regalo enorme, che avrà un’eco anche nei giorni successivi perché vedrà il bambino coinvolto più collaborativo, più sereno, più accomodante perché un’overdose d’amore e attenzioni fa sempre bene.
Creare momenti separati di gioco e occasioni divise garantisce anche un alleggerimento a noi genitori che, per un po’, non dobbiamo gestire le dispute fraterne e possiamo esercitare il nostro ruolo in modo più rilassato e giocoso.
Creare una giornata da figlio unico nutre l’egocentrismo infantile e ci fa vedere il figlio in questione in modo più obiettivo, meno innervosito e teso, perché meno impegnato a sottrarre la nostra attenzione dal “rivale” o dai “rivali” in amore e più rilassato e libero.
Io cerco di creare questi momenti il più possibile, anche se con 3 la logistica non è a mio favore.
Le occasioni mi si presentano più spesso per Annamaria che ama partecipare ai laboratori, visitare musei e mostre e fare shopping da ragazze, come lo chiama lei tipo Tiger, Accessorize e Ikea.
Questo è il tema che ho ripreso e approfondito nella settima puntata del mio “Manuale di sopravvivenza per genitori stressati” che curo ogni mercoledì sul mio account Instagram.
Possiamo però cercare ogni giorno di riconoscere le loro unicità, senza mai metterli in confronto…cioè ad esempio Tommi lo sai che sei proprio premuroso…lo sai Leo che sei veramente divertente…lo sai Annamaria che mi piace proprio il tuo essere così curiosa.
Ogni figlio deve trovare il suo spazio nella famiglia, lo studiò a lungo Alfred Adler, noto psicanalista e psicologo che collaborò a lungo con Freud fino poi a separarsene e a fondare la psicologia individuale comparata.
Adler si occupò soprattutto dell’ordine di nascita ed evidenzio che
capita spesso che il primogenito tenderà sempre a fare il PRIMO, il capo, che sia direttivo mentre il secondo potrebbe essere il ribelle o il “salvatore” dei deboli, degli indifesi.
Può accadere che il primo rinunci al suo status di primo, e quindi inizi ad andare male a scuola a non rispettare le regole e il secondo quindi si sentirà più portato a ricoprire il posto vacante oppure possono dividersi i piani di eccellenza, uno l’intellettuale, l’altro quello atletico. ( Giovanni Aricò “Crescere con tuo figlio” podcast )
La rete delle interazioni familiari, definita da Adler come ‘costellazione familiare, definisce il primo spazio sociale in cui l’individuo si trova a misurarsi: in seno alla famiglia, quindi, l’individuo comincia a sperimentarsi ed a formulare un’opinione su se stesso e sul mondo e soprattutto a crearsi la sua prima forma di identità!
L’importante per i nostri figli è distinguersi, essere unico e speciale!
Noi genitori dobbiamo garantirglielo!
Alcune settimane fa siamo andate nella nostra nuova libreria del cuore, Leggere leggere, al laboratorio dedicato a Dory Fantasmagorica e Annamaria si è trasformata in Dory, in cane… si è addirittura preparata la merenda usando solo la sua bocca.
Prima di uscire ci siamo fatte belle, le ho fatto una maschera al viso e la piastra a onde, ci siamo messe un abitino e gli stivaletti uguali e siamo partite nel tepore autunnale, leggere e vicine, vicinissime.
Annamaria indossava per la prima volta il cappottino Kuxò, basico di lana merino blu scuro, con il collo stondato…è delizioso e le sta che è un bijoux!
2 Commenti
D’accordo nella sostanza, magari anche semplicemente una passeggiata in un parco gustando i colori della stagione tempo permettendo! … apprezzato molto meno l’ultimo periodo con riferimento alla marca? del capo di abbigliamento…avrebbe potuto glissare facendo magari riferimento solo al materiale
È la prima volta che la leggo
Buona giornata
Cara Patrizia, la posso capire ma il mio è un blog non solo personale ma anche di lavoro.
Ho costruito il mio profilo di mamma blogger nel corso degli anni scegliendo aziende con cui collaborare affini al mio gusto, alle mie scelte etiche e ai momenti evolutivi miei e dei piccoli di casa. Kuxò è una di queste e meritava più di una sterile e mera recensione da comunicato stampa. Scelgo di contestualizzare le mie collaborazioni in chiave ispirazione, spero che questo non le precluda di leggermi ancora. La aspetto a cuore aperto nel mio mondo. Sara