I compiti a casa: come sopravvivere?

 

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Noi genitori abbiamo l’arduo compito di far accettare alcune facce della realtà ai nostri figli, che forse stanno strette un po’ anche a noi e l’esperienza scolastica è una di queste facce.

L’esperienza scolastica presuppone fare i compiti, stare attenti e concentrati a scuola, aver cura di ricordarsi il tal libro, il tal quaderno, al tal consegna, imparare a studiare e quindi apprendere, esercizi da ripetere e quindi FATICA e TEMPO da dedicare e da ottimizzare, secondo me!

I compiti nascono con l’intento di consolidare gli apprendimenti, di stimolare la responsabilizzazione e la costanza pur nella ripetitività dello studio e dei suoi contenuti.

Lo studio è il primo esercizio di autodisciplina vero e proprio che i nostri figli incontrano!

Noi genitori possiamo agevolare il momento di studio rendendolo più “lieve” solo con organizzazione e regole.

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Appena ci accorgiamo che il momento COMPITI diventa terreno di scontro, di urla, di cazziatoni, di minacce varie o di premi infiniti da elargire, fermiamoci…stiamo tappando, la strategia sta fallendo!

Un momento teso e con una pressione psicologica così forte non potrà che creare risposte di opposizione e persino rifiuto, che degenerano, lo sapete bene, lo so pure io!

Io mi sono un po’ sentita sotto pressione, “spremuta” e tesa, in questi mesi dell’anno nuovo, nel fare i compiti con Annamaria perché avevo notato in lei un calo di interesse e una “fatica” amplificata.

Come madre mi sono messa in discussione e ho interpretato la sua come una richiesta di attenzione.

Ho deciso di esserci, di ritagliami almeno nel week end un’ora piena di studio condiviso e di monitoraggio del suo interesse e della sua comprensione.

L’ho fatto con la paura di sedimentare una dinamica di “dipendenza” che non voglio innescare, uno perché non è “sana” e non fa bene né a me né a lei e, due, perché con 3 figli non me la posso permettere.

Ho deciso di darmi una deadline per “lasciarla andare” seppur monitorandola tutte le volte che ne farà richiesta e per tutte le parti espositive che prevedano un interlocutore che ti ascolta e ti solleciti.

Preferisco ritagliarmi un pomeriggio SOLO DONNE più che studiare con lei; penso farebbe meglio ad entrambe!

I COMPITI A CASA: come sopravvivere?

In questo trambusto emotivo e logistico ho sperimentato alcune strategie di sopravvivenza che voglio condividere con voi:

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1. IL TIMER

 

Darsi un tempo per concentrarsi e un tempo per staccare e fare pausa.

Usare un timer di 30 minuti per ottimizzare il tempo, finalizzarlo ed accorgersi che se sei concentrato finisci prima di mezz’ora…è stato molto stimolante per lei accorgersi che mezz’ora è TANTO TEMPO!

Fare una pausa concordata e rigenerante e ripartire con davanti altre 2 ore tutte libere!

 

2. UN PO’ OGNI GIORNO

 

Diluire la lettura preparatoria allo studio finalizzato al giorno X dell’interrogazione X ogni giorno 15 minuti (sempre di timer) a leggere ciò che dovrò ripassare e che dovrò studiare per arrivare già con una “infarinatura”, invece che trovarmi un malloppo di nozioni doppie, triple…

3. MAI I COMPITI SUBITO DOPO LA SCUOLA

 

Appena usciti da scuola i bambini sono delle molle perciò ben venga la merenda appena solcano la soglia del cancello e se si può mezz’ora piena fuori, all’aperto, du calci al pallone, bicicletta, scivoli, corse, sbraciolate per terra…riossigenazione mentale e fisica: a voi non serve ogni tanto?

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4. FARE DEGLI SCHEMI

 

Sezionare in schemi sintetici e collegati gli argomenti di studio snellisce e velocizza l’apprendimento ( almeno per me è così ) e ti stimola alla rielaborazione dei contenuti aggiungendo termini e coniugazioni e verbi che allenano anche la proprietà linguistica.

Annamaria si sta trovando molto bene con questo metodo…staremo a vedere!

 

5. CREARE UN RITUALE DI STUDIO

 

Cercare una stanza con poche o nulle distrazioni, mettersi comodi e con tutto il materiale che servirà a disposizione per evitare di tergiversare e poi trascinarsi.

Possibilmente riuscire a “neutralizzare” i fratelli affinché non agiscono da elementi “disturbanti” sarebbe il top ma è difficilissimo, lo so bene!

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6. STUDIARE CON UN AMICO

 

Il mercoledì mentre Tommi va a batteria abbiamo iniziato ad andare al parco con una compagna di classe e studiano insieme, si auto interrogano e si spiegano le  cose dimenticate o non comprese.

Diventa stimolante questa attivazione reciproca e anche l’imitazione, proprio come succede con i neuroni specchio nelle neuroscienze.

Studiare insieme favorisce l’apprendimento!

 

7. PREMIARE I SUCCESSI

 

Rinforzare i successi e gratificare l’impegno diventa fondamentale per poter favorire l’autonomia nel momento di studio.

Un bambino che si accorge che quella ritualità , quel ritmo organizzativo, quelle regole di organizzazione dello studio funzionano ed addirittura hanno portato ad un buon risultato scolastico, sarà stimolato a mantenerle!

Successivamente più i successi saranno ripetuti e confermati, più nostro figlio si sentirà portato all’autonomia, sentirà che può farcela con le sue forze e il vostro “soffiare” sulle sue ali come lo definisco io!

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Non ho voluto approfondire quale sia la mai posizione e il mio sguardo verso la scuola…chi mi segue e mi conosce sa già come la penso…e poi non volevo farmi il fegato marcio condiviso ;-)

Di certo non ho ricordanza che mia madre stesse ore seduta con me a fare i compiti in terza elementare, anzi ricordo solo delle grandi corse in bici e coreografie da urlo!

 

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