“Prendete una parola,
prendetene due
fatele cuocere come se fossero uova scaldatele a fuoco lento
versate la salsa enigmatica
spolverate con qualche stella
mettete pepe e fatele andare a vela”
Raimond Queneau
Oggi è la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO per sottolineare il valore di questa arte, spesso considerata minore rispetto alla letteratura in prosa. Se poi si pensa alla poesia per bambini subito tutti corriamo con la mente alle filastrocche imparate a memoria alle scuole elementari e il ricordo della fatica rischia di annullare la curiosità.
Eppure c’è tanta bellezza nel mondo della poesia per bambini e ragazzi: cerchiamo di regalarvene un po’ attraverso tre raccolte per bambini (dai 4-5 anni), ragazzi (dagli 8-9 anni), adolescenti (dai 12-13 anni).
La prima tappa ci porta a tuffarci in un “mare matto”, scalmanato, in cui le parole giocano come le onde sugli scogli e così
Il rombo svolazza
anche senza le ali.
Gli basta la spinta
delle sue diagonali.
In questa festosa sfilata di pesci e molluschi, resa ancor più vivace dai disegni scatenati di Vittoria Facchini, incontriamo tanti abitanti del mare racchiusi in piccolissime poesie di appena quattro versi: un tempo sufficiente per l’autore, Alessandro Riccioni, per lanciare un amo efficace a stimolare divertimento e giocosa curiosità nei bambini lettori, anche piccoli.
Sugli scogli bagnati
il rosso corallo
muove i rami intrecciati:
sembra un albero al ballo.
“Mare matto” di Alessandro Riccioni, illustrato da Vittoria Facchini, Lapis Edizioni, 2016.
Un libro di poesie d’amore rivolto ai bambini? Ma perché, se l’amore, quello vero, non arriva prima dell’adolescenza inoltrata?
Eppure forse vale la pena raccontarlo anche a loro, questo sentimento che muove il mondo. Ci prova (e ci riesce) Bernard Friot ne “Il mio primo libro delle poesie d’amore”, una raccolta che i bambini delle classi a cui l’ho letto spesso accolgono con malumore, perché si pensa che l’amore sia noioso, che sia, appunto, per grandi. Mentre invece
Si può amare
pim pam pum taratatà
bande fanfare
trombe flicorni
Oppure piano pianissimo
sssh meno rumore per favore
zitti prego non disturbare
Si può amare
tango rock o reggae
applausi risate
corpi sconvolti febbricitanti
Oppure molto teneramente
lento o valzer
spegnete le luci e lasciateci
lasciateci soli
fino a domani si ballerà
fino a domani si amerà.
Le poesie di Friot attraversano con grazia tanti stadi e situazioni dell’amore, passando anche per l’assurdo (questo sì, apprezzatissimo dai bambini):
In un prato di Vigo di Fassa
tra Brunico e Villabassa
un toro amava una Freccia Rossa
Era pazzo del suo corpo slanciato
dei suoi occhi curiosi del suo naso arrossato
Due volte al giorno passava come un lampo
10:11 – 17:26 sempre in orario
e il toro muggiva appassionato
ogni andata e ritorno
Un giorno la Freccia Rossa lo scorse
e il suo motore si commosse
in mezzo al campo si fermò
verso di lei lui galoppò
e il naso della Freccia
il toro baciò
e fece breccia
Non se n’è più andata
la Freccia Bolzano-Macerata
per sempre è rimasta
sul prato di Vigo di Fassa
tra Brunico e Villabassa
e ormai lo possiamo affermare:
a volte l’amore fa deragliare.
“Il mio primo libro delle poesie d’amore” di Bernard Friot, illustrato da Desideria Guicciardini, Editrice Il Castoro, 2018.
Acerbo sarai tu, dice all’adulto l’adolescente poeta nella nuova raccolta di Silvia Vecchini. E ancora
Non guardare indietro,
sono io, non tu. Non misurarmi
con il tuo metro.
Un normale adolescente o forse un preadolescente – ce lo si immaginiamo non più che tredici-quattordicenne – tutto concentrato su di sé e a cavallo tra ricordi d’infanzia, richiesta di autonomia e noia, disagio, primi amori.
Poesie brevi in versi liberi che creano immagini potenti, accompagnate dalle splendide immagini a tinte forti di Francesco Chiacchio.
Vorrei avere più coraggio
o un cappello giallo
un nuovo orecchino, un tatuaggio
una specie di sonaglio
un lampeggiante
un allarme
una sirena
quando arriva qualcuno
e tu distogli lo sguardo
perché mi ruba la scena.
“Acerbo sarai tu” di Silvia Vecchini, illustrato da Francesco Chiacchio, Topipittori, 2019.
Alessandro, Bernard e Silvia saranno rispettivamenti i due direttori artistici e una tra i poeti ospiti del Junior Poetry Festival, il festival di poesia per bambini e ragazzi la cui prima edizione si terrà a Castel Maggiore dal 2 al 5 maggio 2019.
Un’occasione per incontrarli dal vivo, per far conoscere la poesia anche a bambini e ragazzi, uscendo dal fastidio del compito mnemonico per farne occasione di dialogo, incontro, bellezza.
Il festival è cofinanziato tramite un crowdfunding: vai su http://bit.ly/juniorpoetryfestivaldona , scegli la tua ricompensa e sostieni con una donazione il primo festival di poesia per bambini e ragazzi in Italia!
Chiara di Léggere Lèggere
Continuo io, Sara a raccontarvi di ieri sera…
Ieri sono stata all’incontro di progettazione per insegnanti del Junior Poetry Festival che si terrà dal 2 al 5 maggio a Castel Maggiore, il paese in cui vivo e Grazia Gotti ci ha fatto riflettere sul ruolo della Poesia a scuola.
Chi è Grazia Gotti ( per chi non la conoscesse)?
È una donna appassionata, appassionante, un’insegnante e una libraia ma sopratutto nota perché insegna storia della letteratura per l’infanzia all’Accademia Drosselmeier di Bologna ( mio desiderio nel cassetto da sempre peraltro ).
Ieri sera ci ha fatto giocare con la poesia, anche in lingua, anche in dialetto ( ho letto una poesia in veneto, non potete capire l’emozione!).
Fare poesia aiuta ad andare al nocciolo, all’anima delle cose.
Scoprire e godere della bellezza di un testo poetico, è un’esperienza non sostituibile che tanti non hanno opportunità di fare.
Invece si deve far poesia già da piccoli, i bambini sono poesia, l’infanzia è poesia.
Rosanna Bonafede ha giustamente detto che dobbiamo essere “portatori malati” di poesia, contagiare anche i bambini con la poesia.
A cosa serve la poesia a scuola?
LA POESIA A SCUOLA È UN’ESPERIENZA di ricerca espressiva, musicalità, ritmo, lettura interpretativa, costruzione, metafore…è gioco.
La poesia a scuola:
sviluppa competenze chiave
amplia il patrimonio lessicale
fa emergere capacità di sintesi e intuizione
sviluppa competenze emotive
diventa un gioco di traduzione
segna il tempo e rimane nel tempo
indaga altri mondi, altri popoli, altre realtà
“Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.”
“Vestitele bene le poesie”
“Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria”
“Fate soffiare in faccia alla gente la felicità”
“Fatevi obbedire dalle parole”
Roberto Benigni