Da qualche anno, ho l’abitudine di fare delle letture per bambini, tra un libro adulto e l’altro. Mi rilassa, mi piace, attingo concetti essenziali un po’ sbiaditi nei miei ricordi, ogni volta.
Dopo essermi ubriacata di brutto e più volte in più riprese, con l’intera produzione di Rodari, lo scorso anno sono rimasta letteralmente rapita da un libro straordinario che mi ha fatto conoscere una mia cara amica e che, da allora, rileggo ad intervalli regolari ogni volta che ne sento la necessità (di recente lo faccio spessissimo, devo confessarlo). Si tratta de La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade (Terre di Mezzo Editore).
Ciò che in principio mi colpì di questo libro, furono le illustrazioni (a cura della bravissima Valeria Docampo, il suo delizioso blog è questo: http://docampo-valeria.blogspot.it/). La mia amica postò su Facebook il piccolo scorcio di una pagina, ed io ne rimasi letteralmente folgorata. Questi tratti così tondeggianti e armonici, delicati e fiabeggianti, mi conquistarono all’istante. Da lì nacque l’urgenza di procurarmi la meraviglia che immaginavo fosse ma che mi avrebbe stupita oltre il pensabile per profondità e grandezza.
Il racconto si svolge in un paese grigio e uggioso, dove esiste la grande fabbrica delle parole, per l’appunto. Malgrado si fabbrichino di continuo parole in tutte le lingue del mondo, nel paese nessuno parla, non si comunica con gli altri. Le parole hanno un prezzo, si comprano per essere inghiottite, e chi non ha soldi sufficienti dovrà accontentarsi di quelle trovate frugando nella spazzatura, di parole di poco conto, dunque.
Spesso i bambini del paese si precipitano in strada con i retini acchiappafarfalle per recuperare qualche parola che volteggia nell’aria, affinché la sera si abbia qualcosa da raccontare ai propri genitori durante la cena. Ma Philéas, il protagonista di questa incantevole storia, decide di conservare le parole che è riuscito a sottrarre al vento per poterle utilizzare in un altro modo: il giorno dopo sarà il compleanno di Cybelle, la bimba di cui è innamorato, e vorrebbe poterle dire “ti amo”. Ma quelle sono parole che costano tantissimo, lui non ha sufficienti soldi per comprarle. Così proverà ad offrirle le uniche parole che ha a disposizione, quelle che ha recuperato dal suo retino. Parole che poco hanno a che fare con un dono d’amore, se ne rende conto, ma sono le uniche che possiede.
“Ciliegia, polvere, seggiola”.
Il giorno dopo, Philéas e le sue semplici parole si recano a casa di Cybelle. La bambina non si intrattiene con lui in conversazioni di circostanza poiché, nel paese della grande fabbrica delle parole, nessuno parla. Si limita a guardarlo. E a sorridergli.
Ma il più grande timore di Philéas è che Oscar, ricco bambino innamorato anche lui della bella Cybelle, possa offrirle parole così preziose e ridondanti da colpirla profondamente e conquistarla per sempre. Ed infatti Oscar proverà, con tutte le armi che ha a disposizione, ad accattivarsi le attenzioni della bambina, usando parole e facendo proposte che scoraggiano del tutto le speranze di Philéas.
Il povero Philéas si sente ormai sconfitto, crede davvero di non avere alcuna possibilità di conquistare il cuore di Cybelle.
Ma con tutto il coraggio che può, tira un lungo respiro, raccoglie in sé l’amore che prova per la bambina e pronuncia le sue parole di poco conto. Ed è proprio così che avvengono i miracoli, talvolta …
La bambina riconosce in quelle semplici parole, l’autenticità di un sentimento vero. E Philéas può finalmente dichiararsi felice per essere riuscito, anche quando meno lo immaginava, a conquistare il cuore di Cybelle.
Trovo questo libro di una delizia inenarrabile. L’autrice ha avuto un’ispirazione straordinaria nel raccontare un aspetto così reale come quello del giusto uso delle parole, della ridondanza talvolta chiassosa e priva di spessore che gli si conferisce e della semplicità di piccoli gesti che mirano a nascondere, invece, delle sincere e coraggiose intenzioni. A Cybelle non è importato che Philéas tentasse di conquistarla usando delle parole che nulla avevano a che fare con il romanticismo più tradizionale. È riuscita a comprendere quanto di meraviglioso esisteva dietro a delle parole dall’aspetto inespressivo.
È evidente quanto ci sia, in questo libro, un chiaro rimando a ciò che accade oggi attraverso i molteplici mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione e che comunque non ci garantiscono, spesso, di comunicare e condividere, di scambiare e donarsi. Di capirci, quantomeno.
Con profonda delicatezza, si raccontano le conseguenze ovvie del non esprimersi e di come il ridondante nell’accezione più negativa del termine, possa rappresentare il timore, per molti, di non essere ascoltati. Ma la forza che mostra di avere Philéas nel tirare fuori parole così senza senso nel tentativo di conquistare Cybelle, mira ad infondere il coraggio per non reprimere mai i propri pensieri, affinché possano esserci meno parole acquistate, da portare come fiori all’occhiello, e più intenti autentici e veri.
Ho scoperto, con sommissima gioia, che La grande fabbrica delle parole è, da circa cinque anni, un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini in età scolare che si tiene a Milano. Si tratta di un vero e proprio percorso formativo in più fasi, destinato a delle intere classi ma anche a gruppi di bambini non facenti riferimento per forza ad una scuola, all’interno del quale imparare a raccontare una storia con il fine ultimo di realizzare un vero e proprio piccolo libro rilegato. Le fasi consistono in alcuni percorsi propedeutici che indirizzano il bambino alla piena consapevolezza delle proprie capacità e a mettere in gioco la propria fantasia, attraverso lo scambio e l’insegnamento di scrittori e illustratori. Per qualsiasi info, cliccate qui:
http://www.grandefabbricadelleparole.it/
Promettete di leggere questa delizia straordinaria, che molto ha da donare in termini di semplici meraviglie.
Che sia un Novembre di parole liete e di propositi ben oltre l’immaginabile.
4 Commenti
non conoscevo questa piccola delizia, sembra davvero imperdibile! E bellissima l’iniziativa del laboratorio di scrittura…
È bellissimo e tu ne hai parlato in un modo che mi ha commossa!!! Lo cercheró
Grazie
Sono contenta che ti abbia colpito, Verdeacqua! Il libro è una delizia vera, il laboratorio è veramente un’iniziativa meravigliosa!
Isabella, GRAZIE! Tu commuovi me! <3
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[…] ne parlammo già qui su Nuvolosità Variabile, ne scrisse la nostra […]