Essendo una malinconica di natura l’autunno non è mai stato il mio momento dell’anno preferito… E ora mi trovo qui, in una notte piovosa di metà ottobre, in un freddo anticipo di quello che ci aspetterà nei prossimi mesi invernali, già avvolta da una maxifelpa in cui amo nascondermi e da una coperta colorata lavorata a mano da mia nonna sulle gambe, a scrivere… La fine dell’estate segna quello che in francese viene chiamato la rentrée, il momento della rinascita. Le foglie degli alberi si riempiono di quei colori tanto cari al nostro amato regista Wes Anderson e tremano timidamente, prima di cadere ad un primo soffio di vento; le giornate si fanno più corte, le città si ripopolano di bambini con gli zaini in spalla, giovani sognatori, manager con la ventiquattrore in mano.
Nella mia mente ancora teenager avrei voluto parlare di divise scolastiche, gonne scozzesi e maglioncini blu su camicette bianche, le quali nascondono teneramente le prime forme.
Un incrocio tra la Lolita ed annoiata Britney Spears che canta Baby one more time, ed una piccola babbana Hermione Granger, che con i suoi amichetti Harry Potter e Ron Weasley si avvia al binario 9 e ¾ per una nuova avventura ad Hogwarts.
Dopo una sfida lanciata dalla mia amica Sara ho voluto lasciarmi ispirare da un altro film le cui protagoniste sono delle adolescenti, Il giardino delle vergini suicide.
Romantica di natura, amante e bisognosa dei lieti fini, è un film che all’età di 16 anni non ho affatto apprezzato. Un film meraviglioso, che ha segnato l’inizio della carriera di una giovane Sofia Coppola, era per me quell’ennesimo film hollywoodiano che non aveva niente di trascendentale.
Rivedendolo in età adulta, ho cambiato opinione. Le cinque bellissime ragazze ed il loro male di vivere, in una famiglia ancora così antiquata e chiusa di mentalità, vivono un dolore talmente grande, che distrugge la loro voglia di vivere.
Ma alla fine chi per qualche istante della sua adolescenza non si è sentito proprio così? Incompreso, trattato da bambino quando in sé cova già uno spirito saccente come gli adulti, giudicato dai grandi, ma contemporaneamente sfrontato nei confronti della vita…
Per questo ho voluto mettere da parte le sexy Lolite e pensare un po’ a come ero io, a come eravamo noi quindici anni fa.
Le divise formate da camicette immacolate, gilet scuri o pullover classici a trecce, proprio quelli a cui sono affezionata da tanti inverni… Abbinati a delle gonnelline a pieghe serie e scure. Indossare delle parigine un po’ maliziose, a contrasto con delle scarpe brogues (le classiche inglesine stringate da uomo) o delle intramontabili Converse o All Stars, dai colori neutri.
Smessa la divisa scolastica ecco invece buttarsi in un tripudio di fiorellini e pizzi, dalla romanticità indefinita. Abiti castigati, spesso ad altezza ginocchio, ma fottutamente femminili… Che tuttora mi fanno impazzire!
Tonalità che amano le nostre mamme, gli intramontabili blu e grigi, alternati ai toni del beige, rosa cipria, pastello. Capelli semi-raccolti, con dei piccoli fiori nel mezzo, alternati a delle semplicissime trecce. Un make up leggero e sui toni del rosa (per le bionde) e della pesca (per le more)
E per la notte? Ho sempre avuto una passione per i pigiami, specialmente per quelli corti… minishorts merlettati e t-shirt molto semplici.
La semplicità di Kirsten Dunst fa innamorare. Spesso le cose meno appariscenti sono le più belle. E’ la mia settimana dell’Osiamo sì, ma nelle nostre azioni ed emozioni… Voglio ricordare che sia a 16 che a 30 o a 50 anni possiamo essere sempre bellissime e femminili, anche appena sveglie la mattina e nella nostra completa naturalezza!
Per chi avesse voglia di riscoprire il film…