La mia parola dell’anno è PROSPETTIVA

È li che covava e covava in me questa benedetta parola dell’anno.

L’avevo messa nell’estrattore simbolico della mia mente poco sintetica, con altre parole affini e interconnesse, verbi o nomi comuni che le fanno da corollario e completamento: ridimensionare, soppesare, lungimiranza, cura, resilienza, consapevolezza, costanza, direzione, passo, processo, percorso, cammino…sguardo.

DOVEVO SOLO CAMBIARE LO SGUARDO.

“Se ti perdi ancora nei dettagli allontanati dal tuo sentiero,
La distanza spesso può aiutarti a capire ciò che serve davvero.” Lady Donà

Mi sono allontanata dal mio sentiero, mi son sfidata, mi sono candidata ad una posizione di leadership all’interno di A little Market spingendo forte l’acceleratore sulle mie paure e sul mio senso di inadeguatezza in agguato perenne. Ci ho creduto, mi ci son data e ne ho perso il sonno…MA non sono stata scelta.

Reazione 1. COSA potevo fare di più? Cosa mi manca? FUSTIGAZIONE  e lacrime.

Reazione  2. peccato cazzo era la mia rivincita dopo un anno e mezzo di “dimostra che vali e che hai fatto la scelta giusta” potevo finalmente avere una posizione lavorativa ed un contratto con i controfiocchi.

Reazione 3. Chissà chi sceglieranno? e il mio ruolo, il mio lavoro comunitario e quello che più mi appassiona lo svolgerà questa nuova figura o sarà ancora mio? La paura appesantisce la tua mente e fracassa i maroni a chi ti sta intorno.

Reazione 4. innescata da Alice G.”magari Sara sarà una persona che saprà tirare fuori ancor di più il meglio di te…aspetta prima di fasciarti la testa!”…RESPIRA E ASPETTA…e guarda avanti, guarda più lontano, cambia sguardo, mira bene e ragiona in prospettiva.

Reazione 5. Annamaria “sono felice che non sei diventata un capo coì potrai giocare di più con noi!” gli occhi di un bambino, del tuo bambino ripuliscono e riallineano, completano il percorso di accettazione e lo addolciscono, lo umanizzano, lo scaldano.

La mia resilienza è stata esercitata nuovamente, mi sono autoriparata dopo un danno forte all’autostima e ai voli pindarici solo guardandolo da fuori e in prospettiva.

Non era una sconfitta, non era una “punizione”, non era colpa mia…da lì dovevo partire per non soccombere ai fattori di rischio che so di avere per sprofondare in una fase depressiva incalzante.

L’aver deciso che avevo bisogno di una condivisione partecipata e selettiva all’accaduto mi ha aiutata, raccontarsi è liberarsi e consegnare quel po’ di te che c’è dentro quel passaggio allo sguardo PRESCELTO di alcuni che sai sapranno accoglierti con obiettività e sincerità e non con piaceria e buonismo.

La fase penosa e solitaria è finita solo così…CAMBIANDO PROSPETTIVA!

NON ERA IL MOMENTO giusto, sarei impazzita con un ruolo di leadership ora…con tre figli e con così poca formazione manageriale in uno dei due campi richiesti, mi sarei forse snaturata e non lo voglio.

Amo il mondo dell’handmade, credo nella community che si sta creando anche grazie a me ed è questa la prospettiva di vita che mi appartiene, non un ruolo numerico, reportistico e troppo nuovo per me.

Nella notte che sentivo dentro ho trovato comunque le stelle: il buio contrasta la luce ma se guardi bene la fa risaltare!

Alla fine è solo e sempre  QUESTIONE DI PROSPETTIVA!

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La notte stellata di Van Gogh

 

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La notte stellata di Van Gogh  secondo Annamaria

Alla fine dietro una notte stellata c’è in realtà la spiegazione matematica delle turbolenze…leggete qui…QUINDI ”Da che punto guardi il mondo tutto depende” Jarabe de Palo

 

 

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One Commento

  1. Cristina
    Postato 26/02/2016 at 6:07 am | Permalink

    E’ fantastico il Van Gogh di Annamaria……Credo tu abbia fatto delle valutazioni,su ciò che ti è accaduto veramente realistiche. E io ti sò più serena e propositiva..Sei un mito biondina

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