“Oh ma Parigi non è fatta per cambiare aerei.. è fatta per cambiare vita!
Per spalancare la finestra e lasciare entrare la vie en rose”
“Sabrina” di Billy Wilder, 1945
Lo so non ci crederete ma io a Parigi non ci sono ancora mai stata
eppure di motivi reali ed emotivi per sentirmi legata
a questa città ne ho tantissimi.
Sogno la Parigi periferica,
degli artisti e dei gatti selvatici delle brasserie e degli atelier più ricercati,
delle boulangeries, di Montreuil,
il lato più famoso di Montmartre, Abbesses
a pochi passi dal noto Moulin Rouge;
la Parigi più romantica, chic, elegante, bohémienne, moderna, retrò, dai mille volti,
la Parigi più struggentemente poetica e malinconica degli chansonnier,
la Parigi più povera degli operai, delle portinaie, degli spazzacamini e
di tutti quegli invisibili che hanno quel colore dimesso e così “parigino”.
Paris è l’ambientazione di moltissimi film del mio cuore
è un set cinematografico a cielo aperto:
“Le fabuleux destin d’Amélie Poulain” di Jean-Pierre Jeunet, 2001 in primis
“Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, 1972
e poi ancora “À bout de souffle” di Jean-Luc Godard, 1960
“Funny Face“ di Stanley Donen, 1957
“Les Quatre Cents Coups” di François Truffaut – 1959
e poi uno dei film d’animazione Disney che preferisco “Ratatouille”
Non posso trascurare la parentesi parigina di Carrie di Sex and the city:
i suoi outfit storici
il vestito meringa mentre attende inultilmente il russo in albergo
la telefonata alle amiche:
e poi l’arrivo di Mr Big e lei con la sua gonna tulle
“Non occorre essere nata a Parigi per avere uno stile da Parigina”
Inès de la Fressange
Mi pare di aver più di un motivo per trovare subito un alloggio a Parigi
consultando Venere.com e poi organizzare un week end lungo con il Barba,
mangiare una crepes o un greco a lume di candela sulla rue Moufettard,
o andare in un ristorantino di cucina italiana,
a due passi dall’Arco di Trionfo si chiama MILLE LIRE in 15,
Rue de Washington ed è gestito da Gianluigi.
A quoi ça sert l’amour? A cosa serve l’amore ? Michel Emer scrisse una romantica canzone così ricca di pathos per Édith Piaf e Theo Sarapo nell’ormai lontano 1962. Molti anni dopo Louis Clichy, un giovane studente della scuola di animazione Gobelins, l’ha trasformata in un cortometraggio d’animazione che presenta le tappe di una storia d’amore prodotto dalla Cube Creative Company.
Cliccate la foto e gustatevelo:
One Commento
oh, parigi!…che meraviglia! ci sono stata anni fa, rigorosamente in due, quando ancora i bambini non c’erano.
ma era capodanno, freddo, buio presto, certo le mille luminarie rendevano tutto molto magico e romantico, ma in questa stagione deve essere ancora meglio!
p.s. comunque, sì, dovresti trovarmi anche su bloglovin, c’è anche il “bottone” sul mio blog.
a presto!