a cura della “mia” Giusy Celestini
Vi ho mai raccontato di dove vivo io? Detta così sembrerebbe preannunciare un qualche racconto d’altri tempi e capanne dello zio Tom in via di distruzione. No, nulla di tutto ciò. Vivo nella città tra le città: Roma. E qui mi immagino giusto una manciata di espressioni entusiaste e di giubilo, perché Roma (si sa) vanta sempre degli indiscussi e instancabili ammiratori (beata lei ). A dire il vero, però, uno che a Roma ci è nato e cresciuto, vede le sue possibilità di sopravvivenza e soddisfazione al pari di quel detto famoso che dice che il figlio del calzolaio va in giro con le scarpe rotte, ecco. Non entrerò nei particolari stretti della questione, ma posso garantirvi che vivere a Roma non è l’idillio che ci si può immaginare. E tolti i capisaldi di questa città, capaci di colpi al cuore da terapia intensiva (il Colosseo è uno di questi, che stupisce e meraviglia ANCORA il romano doc che lo incontra ogni giorno dal bus per andare a lavorare), il resto è una serie di rocambolesche avventure alla Super Mario Bros che non augurerei neppure al peggiore dei miei nemici. I luoghi in cui vivere, a Roma, sono importanti. Si parla di zone, ed è VERO che la città si è allargata a tal punto da estendere la periferia in parti della città che prima (ai tempi in cui mio nonno era un ragazzo) non erano AFFATTO della città stessa, ma è anche VERISSIMO che la qualità della vita cambia notevolmente, a seconda di quanto la zona sia servita bene (o male) dai mezzi pubblici e da quanto disti dalla parte più centrale, diciamo. Ma è altrettanto ovvio che abitare in una zona favorevole comporta delle difficoltà: ad esempio, gli affitti (o i prezzi di acquisto) degli appartamenti sono alti, in alcuni casi altissimi (grazie a regolamentazioni che in questa città non sono MAI esistite) e le metrature (quadre) a disposizione sono spesso limitate. Ma per entrare nello specifico della questione, vi racconterò della mia personalissima esperienza: vivo da quasi due anni in una zona della quale sono mediamente soddisfatta perché servita piuttosto bene dalla rete pubblica, piena di cose utili, vicinissima ad alcuni vecchissimi retaggi di una Roma neorealista (il film Accattone è stato girato a pochi passi da casa mia) e a circa tre chilometri dalla stazione centrale (Termini). Perfetta, per certi versi. Peccato che lo scotto di cui parlavo prima (che a Roma si paga SEMPRE) preveda che la mia casa sia … uno stanzino per le scope. Circa quarantacinque (o poco meno) metri quadri disposti a modino (per carità, questo occorre riconoscerlo) ma comunque talmente pochi da essere per me diventata, questa, la casa di Barbie. Così io e l’Uomo con la barba, imprigionati in questi ruoli imposti dalle circostanze e diventati irrimediabilmente una Barbie frustrata e un Ken desolato, viviamo a strettissimo contatto tra noi (cosa che non ci dispiace affatto) ma sogniamo ad occhi aperti il momento del commiato da questo luogo amato, certo, ma divenuto scomodo e ingestibile. Nel frattempo, però, continuiamo a renderlo presentabile e unico, seguendo uno stile e un gusto che ci rappresentano e che, seppur messi a durissima prova da uno spazio limitato, non può smettere di seguirci.
Oggi vi darò delle idee su come si rende carino e assolutamente inedito un piccolo appartamento perché, sono certa, non sono l’unica ad averne a che fare. E poiché io all’inizio ho avuto non pochi momenti di sconforto, sono lieta di condividere ciò che col tempo ho maturato (grazie a mille ricerche fatte sul web e a creativi, designer, architetti e curiosi che ne hanno fatto luoghi nei quali fantasticare con la mente): gli spazi piccoli sono incredibilmente pieni di risorse.
Diciamo subito che è vero che, in stanze poco spaziose, sarebbe bene utilizzare tinte chiare (se bianche anche meglio) affinché acquistino volume immaginario (per così dire). Ma è anche vero che tutto (o quasi) è concesso, in nome del buongusto. Sembra essere una regola spicciola da quattro soldi ma in realtà il trucco di un home decor di successo in un appartamento di Barbie (qualifichiamolo così per pura comodità) sta tutto qui. Occorre evitare di lasciare le cose all’approssimazione e al dirci, con scoramento “tanto cosa vuoi che ci ricaviamo, qua?”. Nella realtà dei fatti non è così neanche un po’.
Se, come me (ad esempio), avete un’unica stanza nella quale dover far entrare una camera da letto e un salotto, ci accorrono in aiuto dei favolosi letti a soppalco (io ne ho uno, per l’appunto) che danno modo di arredare una stanza giorno e notte con estrema facilità. E (pensate) potrete permettervi di lasciare il letto disfatto, se al mattino avete fretta e non vi va di occuparvene. Tanto lo vedrete solo voi.
E, per tornare al discorso delle pareti, che possono esser lasciate libere di esprimersi a prescindere dal bianco assoluto che spesso si impone loro in case non esattamente faraoniche, diciamo pure che ci è dato modo di giocare con la nostra creatività
Fondo bianco e estro. L’incipit che la foto precedente non cela è DISEGNATE: io ho trovato esattamente geniale rendere anche solo un piccolo angolo di una parete del tutto nostro, esclusivo. Che sia il luogo ricavato dal sotto di un letto a soppalco o un angolo che, per questioni di ridotte misure, non sfrutteremmo in nessun modo, direi che è un modo interessante e poco banale per personalizzare la nostra casa.
Ci lascia guadagnare non pochi punti di gradimento, aggiungo, una soluzione per le foto simile a questa, che non ci costringe a procurarci mobili di troppo per avere delle basi per foto e, al contempo, conferisce un profondo senso di leggerezza alla veduta d’insieme:
Ciò che ci è possibile fare nel nostro piccolo ambiente, è azzerare le convenzioni e tutto ciò che ci farebbe storcere il naso, se solo ce lo raccontassero. Spesso, in piccoli ambienti, la serenità è messa a repentaglio dalle mille cose che in uno spazio ridotto dobbiamo riuscire (non tentare e basta) a far entrare. E non è affatto semplice. Ma se invece utilizzassimo quello che in altri contesti sarebbe disordine assoluto per farne, piuttosto, un modo di fare home decor razionalizzato e pulito? Ci sono un milione di risorse nelle cose di uso comune che gironzolano nella nostra casa e se la ridono di gusto guardando noi, che non vediamo in loro nuove interpretazioni e nuove vite.
Ho trovato incredibilmente interessante e prezioso poter pensare alle mie scarpe, esposte in casa su delle semplici cassette delle frutta di legno colorate, come ad un modo nuovo per riporle (e ritrovarle facilmente) facendo design, così come un’anonima scala di legno può diventare un impensato comodino (o più semplicemente, un portariviste), dandoci modo di collocarla senza impazzire (non so voi ma io, prima d’ora, me ne sarei liberata senza pensarci troppo).
E se quello che si può pensare, quando si parla di ordine, è di lasciare poche cose a vista, penso piuttosto che ordine e perfetta esposizione degli elementi che ci servono e che abbiamo in casa, vadano a braccetto beatamente.
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Quindi non rammarichiamoci di avere una cucina piena di cose che non sappiamo dove mettere: esponiamole e lasciamo che si vedano, affinché tutto diventi frutto di un disegno molto più compiuto e raffinato di quanto si pensi (parola da tenere a mente, per farlo davvero bene: ordine). E se non riusciamo ad evitare di affiggere stampe che diano personalità e stile ad una cucina piccina, possiamo lasciare che ci invadano e ci riempiano gli occhi di soddisfazione:
Le pareti e i soffitti, in case piccole, ci vengono in aiuto. Possiamo trovare addirittura divertenti certi nuovi linguaggi, tanto da presentare il nostro modus vivendi ai nostri ospiti:
Si prega di appendere UP gli indumenti, poiché il pavimento è pieno. Geniale! Come è geniale il fatto di creare degli appendiabiti e, addirittura, dei veri e propri armadi del tutto insoliti (volutamente a vista anche loro) che ci sdoganino dall’ingombro di cabine apposite o guardaroba:
Se una delle nostre passioni è avere ospiti a cena ma non sappiamo dove riporre le sedie in più ogni volta, possiamo contare su delle sedie speciali che, all’occorrenza, diventano ornamento per pareti spoglie:
L’idea che vorrei trapelasse da questo mio post è che è estremamente semplice avere una casa al meglio e sempre in ordine, anche se le misure sono limitate al massimo e non si hanno miracolose vie di fuga come uno sgabuzzino, una stanza in più, un armadio a muro da sei ante, etc. Si possono creare ambienti ugualmente confortevoli e ospitali e trarne soddisfazioni grandi perché, se riusciamo nell’intento, e per merito nostro. Come vi dicevo poco fa, io ho un letto a soppalco Stora di Ikea e sono fierissima di me per aver organizzato, nella parte sottostante, un angolo musicale insolito e rétro, con il mio vecchissimo piatto per vinili Thorens, una poltrona in stile anni cinquanta e pochi altri elementi in tema che lo rendono un nido in grado di conquistare l’ospite più critico ed esigente. È tutta una questione di ispirazione e creatività, nulla di più.
E se avete il pollice verde e non potete rinunciare a delle piccole oasi di fiorellini e piante, potrete realizzarle in casa anche in mancanza di terrazzini e balconi. Come vi dicevo, tutto è possibile. Ed è con questo motto che vi saluto, abbracciandovi e ricordandovi che tutto, anche l’impensato, nasconde delle risorse preziose e uniche da svelare e delle quali rimanere piacevolmente sorpresi.
A presto.
3 Commenti
Noi abitavamo in 60 mtq e l’avevamo modificato per farci entrare un sacco di cose, compatibilmente con l’arredamento del padrone di casa, ma alla fine in 4 era diventato logorante e davvero straripava di ogni! In questa nuova casa ho 150 mtq e devo dire di essere rinata!!!
in 4 in effetti 60 mq sono pochetti
150 ora saranno una reggia
150 mq sono un vero SOGNO! Goditeli tutti, li meriti davvero.