“Un fallimento è solo un passo indietro per fare un salto più lungo”
Shirin Ebadi ospite a Pane quotidiano
Ogni figlio è a sé.
Ogni traguardo non è scontato!
Se il primo l’ha fatto quando aveva l’età del secondo, non è detto che il secondo debba corrispondere.
Io, lo sapete, sono una mamma take it easy, quando si tratta dei grandi salti, spesso chiamati anche “SCATTI DI CRESCITA”: stare seduto, dire mamma, camminare, togliere il ciuccio, togliere il pannolino, andare in bici senza rotelle, contare…
Non mi sono mai spontaneamente posta la domanda se uno dei 3 fosse in ritardo su queste acquisizioni, le ho sempre e le continuo a vivere serenamente.
Non insinuate…me lo ricordo quanto aveva Anna quando ha camminato e anche Tommi ma sono talmente diversi in certi aspetti caratteriali ed emotivi che non mi è mai scattato il confronto, per fortuna aggiungerei.
Forse è più forte nei nonni vivere di ricordi e ogni tanto dire”Annamaria alla sua età…” “Tommaso alla sua età già oppure non lo faceva…”.
Non ci riesco sempre, a volte basta una frase piazzata lì involontariamente, come l’altro giorno in cui celebravo orgogliosa i primi volti umani riconoscibili realizzati da Tommi, che finalmente aveva acquisito la figura simbolica nel tratto ad innescare scintille.
Annamaria si ferma pensierosa e triste e mi dice: “Andrà a finire che diventerà più bravo di me…in effetti è bravo, mamma!”.
Della serie a volte le accortezze non bastano, ci si casca come un pero, anche dietro un elogio in più si può innescare il semino della competizione e del confronto; alla fine tutti vorremmo essere il figlio preferito, no?
Anche lodare di più l’uno rispetto all’altro o essere più affettuoso perché uno dei figli è più coccolone genera disequilibri e tensione.
Dare più attenzione e privilegi al figlio che “crea meno problemi” è un rischio che ci si presenta a fasi alterne e noi genitori dobbiamo starne alla larga.
Sono certa di stare bene attenta però a non dare per scontato i vari passaggi di crescita e autonomia che ognuno di loro compie, di quanta fatica, impegno, tenacia, concentrazione ci metta, più che di quanto tempo.
So quanto mi piaccia cogliere le loro differenze, le loro peculiarità pur riconoscendo loro delle similitudini nelle azioni, nella sensibilità, nella gentilezza, nella curiosità.
Anche il gesto “scontato”di soffiare un soffione, le bolle di sapone, una candelina, la tua candelina può richiedere più tempo…
Tommi ce l’ha insegnato…un bimbo in cui, un palato piccolo come il suo e l’uso prolungato del ciucci, hanno reso necessario fare dei giochi familiari suggeriti da una pedagogista e una logopedista illuminate.
Non si deve sempre e solo parlare di disservizi: il Comune in cui viviamo in merito a politiche sociali e a spazi gratuiti di supervisione familiare e pedagogica è davvero ben organizzato.
Io da quando sono diventata mamma ho usufruito 1. dello SPAZIO MAMME il lunedì mattina al consultorio 2. del CENTRO CLINICO PER L’INFANZIA come luogo e servizio gratuito che offre occasioni di condivisione genitore bambino come un percorso musicale che ho fatto con i primi due che come spazio di ascolto di mamme e babbi in dubbio diciamo, in crisi a volte sulle proprie azioni educative.
In questo centro sono seguita ancora e sapere di avere una persona competente esterna che mi conosce da 5 anni nella mia evoluzione di donna, moglie e madre è fondamentale.
Ho usufruito anche della consulenza gratuita di una logopedista per due occasioni in cui ha osservato Tommi e giocato con lui per capire se alcune sue caratteristiche di pronuncia rischiavano di diventare “difetti” importanti.
Il responso è stato fare degli esercizi LUDICI, solo giocosi non come compitini, tutti insieme in contesti rilassati: esercizi studiati per un bimbo dal palato piccolo congenitamente e che ha vissuto un utilizzo prolungato ed accentuato del ciuccio pre-fratellino ;-).
Qui ve ne allego degli estratti
Noi ci divertivamo in auto a far il gioco dell’ALT, a gonfiare le guance e trattenere l’aria, sgonfiarne una alla volta col ditino, soffiare con la cannuccia e far gorgogliare con la cannuccia, mettere un po’ di nutella, miele o marmellata sopra il labbro superiore o sotto per provare con la lingua a toglierlo, cercare di toccarsi il naso o il mento con la lingua, fare il pesciolino, mandare baci, fare il broncio.
Non vi so spiegare la gioia nel vedere Tommi capace di spegnere la sua candelina del compleanno, di soffiare le bolle e di far volare i semini di soffione.
Ogni traguardo è a sé, è un percorso individuale, è stupendo e complicato anche per noi adulti accettarlo, prenderne atto ed infine goderne.
Tutto ciò che è un po’ più sudato è anche un po’ più apprezzato ahimè!
Queste foto racchiudono il percorso di giochi logopedistici fatti con Tommi perché arrivasse a soffiare #traguardi #crescere #nonèunagara