Ci sono persone che incontri per caso, che sfiorano la tua vita e che ti consegnano una ricchezza umana incredibile e sconosciuta, che ogni giorno abitano la vita di persone diversamente abili e hanno il potere magico di svelarci i mondi sottesi di queste anime.
Di loro vi ho raccontato in merito al mio incontro all‘Accademia delle Mamme a Reggio Emilia: sono due donne che lavorano presso l’associazione Onlus Il giardino del baobab di Reggio Emilia e hanno ideato una collana editoriale speciale dal titolo INDOMITI, un termine evocativo perfetto perciò che andranno a raccontare.
Il primo libro edito è Tappi di Giovanni Bonioni e ne condivido qui alcuni estratti che hanno avuto un effetto disarmante ed emozionante su di me, risvegliando i miei ricordi di educatrice e della mia esperienza diretta nell’inserimento di Pietro, un bimbo autistico che mi ha rubato il cuore.
Ora scopriamo meglio insieme chi è Giovanni, lo scrittore e Antonietta, la grafica che ha reso tratto visivo il suo scrivere così intenso.
1. Presentatevi: chi siete e come vi siete incontrati?
IL GIARDINO DEL BABOBAB – PROGETTO INDOMITI
Giovanni e Antonietta si sono incontrati tramite l’associazione Onlus Il giardino del baobab di Reggio Emilia, poichè si era deciso di pubblicare gli scritti di Giovanni da bambino ad oggi – splendido 25enne.
L’intensità, l’ironia e la saggezza dei suoi pensieri hanno fatto scattare all’interno dell’associazione il desiderio di volere qualcosa di più, un progetto editoriale curato nei minimi dettagli, che potesse avere un più ampio respiro, oltre i confini del mondo associativo. Così abbiamo chiesto alla designer Antonietta di curarne la veste grafica.
Da questo primo progetto è poi nata una nuova collana editoriale, che vuole dare ad ognuno dei ragazzi e delle ragazze disabili l’occasione di poter realizzare una propria opera, in collaborazione con artisti/illustratori/designer che vorranno lanciarsi in questa avventura.
Il nome (scelto da loro) di questo progetto è già tutto un programma: Indomiti.
GIOVANNI
Sono scrittore per necessità, ancor più che per diletto. Essendo una persona con autismo e assenza di linguaggio verbale per comunicare devo necessariamente utilizzare la scrittura. Nel 2000 ho conosciuto la Comunicazione Facilitata grazie a Bruna e mi si è aperto un mondo nuovo, finalmente non più silenzioso. Da quel giorno le mie urla, i miei pianti, i miei pensieri e le mie risate potevano uscire e manifestarsi. Non sapendo parlare, scrivere era l’unico modo che avevo ed ho a disposizione per comunicare. L’unico momento di successo a scuola lo ho avuto alle elementari, grazie a Bruna la mia amica e facilitatrice e Paolo il mio maestro delle elementari, entrambi hanno saputo vedere oltre il silenzio e l’irrequietezza e “semplicemente” credere in me.
ANTONIETTA
Sono una designer e atelierista e il mio lavoro mi porta spesso a ricercare forme di innovazione e sperimentazione. Un giorno un’amica mi scrisse una mail chiedendomi un parere su alcuni testi di un ragazzo che non conoscevo. Rimasi folgorata da quelle parole, chiamai la mia amica e le dissi che dovevamo assolutamente farne un libro. E così iniziò l’avventura di Indomiti.
2. L’eredità più grande del vostro lavoro
GIOVANNI
L’augurio è che questo libro possa permettere a tanti di comprendere che anche se non parlo sono intelligente ed ho emozioni e sentimenti e, come me, tutti i miei amici del Giardino del Baobab e tante altre persone con autismo.
ANTONIETTA
Il coraggio, quello di tentare una strada nuova, quello di credere che un progetto diverso si possa fare, quello di essere convinti che la gente capirà e apprezzerà, quello di pensare che nel nostro piccolo possiamo tutti fare un passo verso nuove forme di inclusione sociale, quello di sentirsi bene stando dalla parte di chi non ha voce.
3. Cos’è la creatività per voi? Che forme assume nei bambini “speciali”?
GIOVANNI
Impegnare la mia creatività nella scrittura mi rende un uomo libero. Credo che l’insieme dei pensieri mostri la mia complessità: l’essere triste, rabbioso, poeta, ironico, pigro ma al di là di tutto ancora speranzoso ed è questo mi rappresenta meglio. Per me il poter comunicare ha rappresentato la salvezza dalla pazzia.
ANTONIETTA
La creatività è un vuoto da riempire, per questo penso che i bambini speciali ne abbiano in abbondanza. E’ difficile immaginarsi quale vuoto possa creare l’assenza di parola e proprio per questo è facile intuire quanto questa caratteristica contenga un potenziale incredibile. Attraverso la Comunicazione Facilitata Alfabetica questi bambini e ragazzi riescono a fare uscire i loro pensieri, le loro parole silenziose che sono come i loro giochi. Le sanno usare benissimo perché le pensano, le assemblano, le reinventano, come fanno tutti i bambini quando giocano.
4. “Tappi”: come è nato questo libro irrinunciabile?
GIOVANNI
A dire la verità io non aspiravo a tanto, non pensavo proprio che fosse possibile, che potesse interessare a qualcuno. Io ho sempre scritto per me stesso, per dare corpo ai miei pensieri, alle mie emozioni, ma restava comunque un discorrere intimo aperto a pochi, al massimo a Bruna e ai miei genitori. L’offerta di fare un libro di poesie è stata fatta dal Giardino del Baobab tramite Bruna e così è iniziata l’avventura degli Indomiti di cui sono onorato di fare parte, è stata poi Agnese a dargli una veste differente, scegliendo tra 15 anni di scritti, pensieri, poesie, testi e aforismi e Antonietta lo ha arricchito con i suoi splendidi, eleganti disegni. Insomma il libro è nato da un incontro di anime.
5. Le illustrazioni in bianco e nero: perché e come sono nate? In collaborazione con l’autore del libro o in un fluire spontaneo?
ANTONIETTA
Sentivo un bisogno di essenzialità, non volevo che la grafica coprisse le parole. La scelta del bianco e nero mi sembrava coerente con i testi di Giovanni che non è uno che gira intorno ai concetti, arriva dritto, talvolta destabilizza con la sua sincerità. C’è una sobrietà, una consapevolezza e anche una sofferenza nelle sue parole che volevo emergesse anche dall’impronta grafica del libro. Giovanni ha accolto queste mie suggestioni ed il libro è nato, lavorando su forme astratte in cui ognuno possa vedere le immagini che sente più in sintonia con il proprio immaginario.
GIOVANNI
Trovo che Antonietta sia venuta ad incontrare il mio animo e gli abbia parlato con semplicità, eleganza e sopratutto con grande rispetto. Mi piacciono molto i disegni stilizzati che arricchiscono gentilmente le mie parole. Il nero è estremamente elegante. È come se la grafica fosse entrata in punta di piedi per esserci senza invadere o disturbare, anzi a sostegno, arricchimento e proprio per questo lo fanno con altrettanta forza. I disegni diventano parte del tutto, si fondono a meraviglia con le parole con la stessa emozione.
6. Prossimo progetto: anticipazioni
IL GIARDINO DEL BABOBAB – PROGETTO INDOMITI
Abbiamo già un secondo libro indomito, un libro di ricette di Elena Camorani: Il Mestolo della rivincita. Fin da bambina sogna di aprire un ristorante, diventare chef e realizzare così le sue ricette. C’è chi vuole il vestito da supereroe, chi da ballerina e chi da cuoca. Licia Cagnoni, affermata chef di grande sensibilità, ha curato e supervisionato le ricette, provandole e verificandone le dosi e le quantità, senza cambiare combinazioni e i tocchi creativi.
Attraverso la mente di Elena e le mani di Licia si possono realizzare queste ricette anche da casa, rendendo ancora più gustoso il sapore della rivincita. Infine, grazie alla collaborazione con Annalisa Beghelli, rinomata illustratrice, questo progetto acquista maggiore profondità e immediatezza visiva.
7. Dove vi possiamo trovare?
IL GIARDINO DEL BABOBAB – PROGETTO INDOMITI
Ci potete scrivere e saremo lieti di spedirvi questi libri, ricordandovi che non solo coprirete parte dei costi sostenuti dall’associazione, ma avrete delle opere uniche e differenti, inoltre ci aiuterete a costruire nuovi progetti con altri ragazzi e a credere in un futuro differente! La nostra mail è ilgiardinodelbaobab@gmail.com Seguiteci anche su Facebook www.facebook.com/ilgiardinodelbaobab