Sostengo da sempre che il cambiamento parte da dentro e lo provo sempre a me stessa che la giornata scorre diversa a seconda dell’attitudine con cui la affronto. Cioè mi spiego meglio se mi sveglio con il sorriso dentro la giornata sarà “sorridente” e ben disposta, se mi sveglio già imbestialita sarà una giornata no!
Però in questa mia banale ma talmente lapalissiana osservazione aggiungo che lo sfondo, chiamiamolo così, l’esterno che ti accoglierà o meglio la scenografia naturale ed emotiva che ti può accogliere è una variabile fortissima.
Mettete di svegliarvi arrabbiate a bestia ma qui
e sapere che anche per soli 5 sacri minuti potrete tuffarvi qui
e lavorare mattina e sera all’aperto
AIUTA eccome se aiuta.
Stavolta è andata proprio così, ero talmente alla frutta e vedevo talmente tutto nero che anche la meditazione più profonda e lo sviscerare più profondo dentro il mio buio non mi sollevava nemmeno di un millimetro anzi…qualsiasi evento, anche quello più positivo ed entusiasmante non mi sfiorava e mi opprimeva.
Ho lanciato un S.O.S. al Barba e abbiamo pensato di chiedere ad Antonello di poter alloggiare alcuni giorni nella sua oasi, in uno dei luoghi più cari al mio cuore perché testimone di tutte le fasi del nostro amarci e del nostro crescere familiare.
Ogni tanto rivivere luoghi prevedibili, conosciuti e rincuoranti dà quel giusto grado di calore interiore che pian pianino, tramonto dopo tramonto, saprà spogliarti dalla corazza di un anno affaticato ed ammaccato e arriverai persino un mattino a guardarti allo specchio e a farti l’occhiolino, compiaciuta e rassicurata, difesa e sciolta.
Da lì si può ripartire e guardare ancora il tuo hic et nunc con amore ed emozione perché rallentare giova a tutti, soprattutto ai bimbi che sono incasermati nei ritmi dell’asilo e nei nostri ritmi e arrivano a maggio stanchi…davvero stanchi.
Quindi che la vacanza abbia inizio perché vacanza con i bimbi è:
svegliarsi lentamente, indossare un golfino e coccolarsi, controllare che tempo sarà e poi far colazione fuori
scoprire che si può giocare con pochissimo
giocare all’aperto da mane a sera
darsi la mano per il nuovo rito “andare a salutare il sole che tramonta”
addormentarsi accoccolati. mano nella mano, tutti nella stessa stanza e dormire magicamente tutta una tirata
scoprire la natura diurna e notturna(abbiamo visto le lucciole si si si!) e
“perdersi” nell’osservarla tutti insieme
fare aperi-pizza da Luigi e finire la sera nel parco del paese
portare insieme le chiavi alla signora Fernanda ed imparare nuovamente la sorpresa che l’inaspettato può riservare, come una passeggiata qualunque in un paese che già hai frequentato che ti riserva una condivisione nuova perché i bimbi sono entrambi parlanti e sapranno commentare le sculture della passeggiata in arte di Gaiole in Chianti :”PasseggiarArte”
ridendo insieme per un commento esilarante del piccolo quasi grande Tommi che ha scambiato Polifemo per Mike di Monsters & co.
poi udire un suono e fermarsi ad ascoltare le prove dell’orchestra del paese incantati
e poi girare l’angolo e trovare lo spazio più atteso per un bambino: il parco giochi e ritrovare con loro la gioia di giocare, di esplorare e di scoprire…ri-scoprire la voglia di noi, la complicità e la familiarità, gli sguardi e le risate comuni e imparare che lasciarsi andare ripaga sempre e stimola energie nuove e diventa collante ed eco per i giorni futuri:
Eccoci così carichi e lanciatissimi, consapevoli di questi nostri nuovi bimbi, sgambettanti, piacevoli ed entusiasti in direzione Parco Naturale di Cavriglia e tra le capre Tiberio e Camillo, le oche, lo struzzo impertinente, la quaglia, le galline cicciotelle e le scimmiette pazzerelle che ci hanno strappato risate a volontà inoltrarci
e nel cuore del bosco trovare un masso
salutare le colombe e poi lui, l’orso da noi battezzato Yoghi
e riempito di baci volanti da Tommi
e nella via del ritorno la luce mi acceca,
senza filtri ed incornicia i miei tre pezzi di cuore
come un monito, come un tatuaggio agli occhi e al cuore perché nel mio hic et nunc io ci credo e voglio trovare ancora e sempre il tempo per fermarmi, e per guardarci e per osservare, metabolizzare le cadute, le virate e gioire dei traguardi e anche per fermare in foto la bellezza di questo nostro crescere inciampato e grato, prima di arrivare al quasi non ritorno come mi stava per capitare, festeggiando il percorso più del risultato, accorgendomi quanto e dove siamo cresciuti, sia noi che i bambini per prendere le misure nuove del nostro essere famiglia, del nostro goderne pure.
“
“A me piace vedere le persone riunite, forse è sciocco, ma che dire, mi piace vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i pianti, amo l’impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli occhi che non abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli abbracci, la ricomposizione, la fine della mancanza di qualcuno…”
Jonathan Safran Foer
4 Commenti
wow che bel racconto e che belle immagini!!!! La mia vacanza ideale: relax e spensieratezza in famiglia!!!
lentezza e bei paesaggi sono un’ottima cura per molti acciacchi, del corpo e dell’anima.
e “festeggiare più il percorso del risultato” me la scrivo sui muri di casa, con il tuo permesso!
buone cose, qui e lì, ora e poi.
“ruba” pure ne voglio fare un mantra dipinto a muro anche io cara Shaula!
Il viaggio è sempre e comunque DENTRO, ma ti auguro di avere una vacanza così “mamma orsa curiosona”!